L’artista giapponese, noto per le sue installazioni che indagano e contestano urbanistici, presenta una serie di installazioni che uniscono la galleria BUILDING, il Centro Congressi della Fondazione Cariplo, il Grand Hotel e Milano e il Cortile della Magnolia, Palazzo di Brera
Impalcature realizzate in legno dall’andamento irregolare che, in questi giorni, comprende le facciate di alcuni edifici del centro di MilanoDare una nuova svolta al pappagallo e conservarlo un po’ come se fosse dei nidi. Nidi a Milanonon un caso, è il titolo del progetto urbano di tadashi kawamata (Hokkaido, 1953), artista giapponese noto per aver realizzato in tutto il mondo installazioni che entravano in dialogo con la città, per un “Riflessione sul contesto sociale e le relazioni umane”. Una cura di Antonella Soldaini, Nidi a Milano È un progetto promosso dalla galleria BUILDING, il cui edificio è installato da uno dei Nidi di Kawamata. L’altra architettura è abbinata al Centro Congressi della Fondazione Cariplo, al Grand Hotel e Milano e al Cortile della Magnolia, Palazzo di Brera.
I NIDI DI TADASHI KAWAMATA A MILANO
Nidi a Milano Inaugurato il 31 marzo 2022, in occasione della Milano Art Week, e resterà sugli installati coinvolti building fin al 23 luglio. L’intervento si inserisce nel campo della pratica di Kawamata che pone l’attenzione sulla sua costruzione e sulla difficile risposta urbana, come l’intervento realizzato a Kassel nel 1987, per documento 8: in questa occasione l’artista ha restituito tutta l’attenzione degli abitanti quartiere una chiesa durante la seconda guerra mondiale e trascurata nella ricotruzione della città. L’intervento milanese, invece, percorso intorno al tema dell’ nido, un concetto che Kawamata ha iniziato a indagare a partire dal 1998, quando le sue costruzioni leggere, originariamente di forma astratta, hanno cominciato ad essere sempre così piccole. Dopo Bonn (2007), la facciata del Centre Georges Pompidou a Parigi (2010) e la facciata di Palazzo Strozzi a Firenze (2013), questa volta i nidi di Kawamata giungono a Milano, spingendoci a “Riconfiguro mentalmente lo scenario architettonico che mi circonda e penserò al nostro rapporto con lo spazio che viviamo quotidianamente”.
– Desiree Maida
https://www.building-gallery.com/