iolui il nostro viaggio nel mondo dell’arte inizia da…
Piero, Luisa e Josefina, 1445 – 1947 – 1999
Due, anzi tre gocce d’acqua: i «Madonna della Misericordia” hanno dato Piero della Francescathat with great nature spalanca le braccia sollevando l’ampio mantello per invitare le personae a trovarvi rifugio, e la “Maman” di Louise Bourgeois, una gigantesca mamma ragno che custodisce nel suo ventre le uova di marmo dei suoi piccoli ma è pronta a proteggere sotto il suo corpo tutti coloro che vi vicino casa. La mamma di Louise era una Tessitrice d’arazzi e così Maman è anche la mamma lavoratrice, capace di tessere le plot dei suoi figli e del mundo.
Piero della Francesca, Polittico della Madonna della Misericordia, 1445-1462, Museo Civico di Sansepolcro
Louise Bourgeois, mamma, 1999
È una Maman a tutti gli effetti anche la «Venezia Nera» giuseppe fornaio con la sua “tribù arcobaleno”, composta dai dodici figli che volle adottare da adottare ogni parte del mondo.
Michelangelo e gennaio 1497 – 2011
Due Madri che, in tempi lontanissimi, hanno dato scandalo. Al suo apparire, il “Pietà” di Michelangelo sollevò non poche perplessità per quella madre quasi adolescente, tale da sembrare addirittura più giovane del proprio figlio. Eppure così è la Trinità, che lo stesso Dante canta in Paradiso: “Vergine Madre, figlia del tuo figlio”. Ad oltre cinque secoli di distanza, il “Pietà” di Jan Fabre venne tacciata addirittura di bestemmia.
Michelangelo, Pietà Vaticana, 1497-1499
Jan Fabre, Sogno misericordioso (Pieta V), 2011
Ma l’aver ha sostituito il michelangiolesco volto della madre con un testo e quello di Gesù con la propria paternità, altro non vuole essere che l’intensa rappresentazione di una madre che non vorrebbe altro che die al posto di suo figlio.
Ambrogio e Vanessa, 1492 – 2006
Il “Madonna del latte” del BergognoneCustodia all’Accademia Carrara, è una delle più tenere testimonial dell’iconografia forse più ricca della storia dell’artecristiana.
Bergognone, Madonna del latte, 1492-1495 ca, Bergamo, Accademia Carrara
vanessa Beecroft, vergine bianca con due gemelli, 2006
Semina la stessa Madonna dai capelli rossi vanessa Beecroftche nel 2006 se non c’è panni di una Madre Natura che protegge dal fuoco e allatta e i suoi piccoli (e a causa dei gemelli orfani Madit e Mongor, trovati in viaggio in Sudan) al di là di ogni geografico, culturale e genetico confinare.
Piero e Pino, 1450 – 1964
In un altro capolavoro di Piero della Francescail “Madonna del Parto” affrescata Monterchi di Arezzo, abbiamo trovato Maria nei panni di una qualsiasi gestante, “fotografa” nel gesto naturale di portare la mano al fianco e incarcera la schiena per reggere il peso del ventre già pronunciato.
Piero della Francesca, Madonna del Parto, 1450 -1465, Monterchi
Pino Pascali, Maternità, 1964
Non così è la «Maternità» immortalata da Pino pasqualeImmagine contemporanea di una gravidanza permanente, ill ad occhio e croce all’ottavo mese, nell’eterna attesa di parterire il futuro.
Girolamo e Anish, 1480 – 2004
Celebrare un simbolo nell’arte della maternità, l’uovo in tutte le culture significa vita, nascita, rinascita, rivelazione di una sorpresa. nel suo “Giardino delle delizie”, Hieronymus Bosch ribalta le sorti della creazione e invece di riprendere un’umanità que esce da un guscio aperto, la immagina farvi, alla ricerca di una condizione prenatale.
Hieronymus Bosch, Il Giardino delle Delizie, 1480-90, privato, Museo del Prado
Anish Kapoor, Cloud Gate, 2004-06, Chicago, Millennium Park
Io stesso riavvolgere che vive chi si rifugia sotto il grande “Cloud Gate” installato da Anisk Kapoor a Chicago, grande uovo-ventre presto ad accogliere il finito e ache l’infinito: l’intera città e il cielo che vi si specchiano.
Giacomo e Dorotea, 1730 – 1936
In mezzo a tante stanze rappresentazioni di madri borghesi, alle prese con la cura dei figli nelle loro arredate con gusto, Giacomo Ceruti detto il pitocchetto Ritrae una madre poverissima, ridotta allo stremo, che non ha nemmeno più il latte per nutrire il figlio.
Giacomo Ceruti detto Pitocchetto, Madre con i Figli, 1730 ca
Dorothea Lange, Madre migrante con tre figli, 1936
Stessa sorte tocca Flores, la “Madre Migrante” fotografata da Dorotea Lange nell’immagine diventata icona della Grande depressione americana: una povera madre raccoglitrice di piselli, che vive con la figlia sotto un negozio.
Francisco e Mariella, 1535 – 2015
Chi non è affascinato dalla «Madonna dal collo lungo» del Parmigiano?
Parmigianino, Madonna dal collo lungo, 1535 ca, Firenze, Uffizi
Mariella Bettineschi, L’era successiva (Parmigianino, Madonna dal collo lungo) 2015
Nella serie “L’Era successiva”, l’artista bergamasca Mariella Bettineschi Ne raddoppia lo custodisco, come dico che la madre è colei che a due paia di occhi riesce a vedere al di là delle cose, ci indica come affronare il futuro, è una donna capace “di mettere al mondo il mondo” .
Massimo e Gillian, 1949 – 2003
Madre e figlia a volte coincidenono, davvero sono una cosa sola.
Massimo Campigli, Madre e figlia, 1949, Mart di Trento
gillian indossando, autoritratto mangia mia madre, 2003
Accade in un ritratto di Massimo Campigliperché mangia nell’«Autoritratto mangia mia madre», dicono Gillian usando.
Andrea ed Ermanno, 1496 – 1978
La maternità non è solo un fatto privato ma un segno di speranza e di lotta che coinvolge tutta la comunità, non è l’intera comunità. Nela «Madonna della Vittoria del Mantegna», la nascita del Bambino è condivisa con la comunità dei Santi, all’interno di quell’ordine naturale delle cose que si dispiega its a grande pergola, su cui si affastellano frutti rigonfi di succhi simboboli, dai cedri (incorruttibilità) alle melagrane (Abbondanza), dal corallo che scaccia le presenze negative alla notte che protegge il frutto in un coriaceo guscio.
Andrea Mantegna, Madonna della Vittoria, 1496, Louvre
Ermanno Olmi, L’Albero degli Zoccoli, 1978
Sono garanzia di futuro anche nella barriera corallina di “L’albero degli zoccoli” di Olmi: «I bambini vengono al mondo da soli, senza l’aiuto di nessuno» dice a Batistì la moglie, che ha appena parto il terzo figlio. E quando il marito si accorgerà che lo è «un’altra bocca da sfamare»Lei ha prontamente risposto: «Ma no, non devi preoccuparvi. Va rigurdì cusa va disìa la pora òsta màma? Quando un bel bambino viene al mondo, la Provvidenza gli dà il suo fagottino».